Giunge al quarto Report l’Osservatorio congiunturale della Confcommercio Provinciale e di Banca Prealpi SanBiagio, l’Istituto di Credito Cooperativo con sede a Tarzo, parte del Gruppo Cassa Centrale Banca, con 31 sportelli in provincia di Treviso e un’area di competenza estesa a 82 Comuni nel territorio. Il Report, realizzato dall’Istituto nazionale di ricerche Format Research, diretto da Pierluigi Ascani, dopo oltre un anno dalla ripartenza ufficiale post emergenza indaga il sentiment degli imprenditori nel trimestre estivo (luglio-agosto-settembre), cerca di delineare lo scenario previsionale per fine anno e quantifica le modalità di accesso al credito delle imprese. Con questa edizione, introduce anche un focus qualitativo sul marketing digitale, le competenze e la formazione necessaria per l’evoluzione di quattro comparti fondamentali del commercio di vicinato: la moda, l’alimentare, l’ottica e la gioielleria.
Il focus tematico è stato ideato e richiesto dalle categorie di Federmoda, Federottica, Fida e Federpreziosi aderenti a Confcommercio.
Al momento della rilevazione, le imprese del terziario (commercio, turismo, servizi) della provincia di Treviso sono 37.894 pari a circa il 63% del totale del tessuto imprenditoriale.


I PRINCIPALI SCENARI: QUALCHE PERCENTUALE
Peggiora leggermente il clima di fiducia delle imprese del terziario di Treviso nel terzo trimestre del 2022.
Scende anche la fiducia delle imprese con riferimento all’andamento della propria attività economica, ma è in leggera risalita la previsione per dicembre in vista delle prossime festività natalizie.
Rimane molto negativo l’indicatore relativo ai prezzi praticati dai fornitori. Cala di sei punti in un trimestre la percentuale di imprese che hanno richiesto credito.
Crescono i tassi di interesse e dunque peggiora l’indicatore relativo al costo del credito.
La quasi totalità delle imprese di Treviso ritiene che la bolletta energetica del 2022 sarà superiore a quella del 2021.
Oltre la metà delle imprese (53,0%) ritiene che le misure che potranno mettere in atto per ridurre i consumi potranno contribuire poco o per nulla a ridurre l’impatto economico dei rincari. Se la situazione di crisi persiste sono a rischio oltre 1.500 imprese del terziario e quasi 5mila posti di lavoro. Già oggi 700 imprese dichiarano che potrebbero essere costrette a chiudere a causa dell’aumento dei costi dell’energia.
Tre imprese su quattro dichiarano di tenere aperto con difficoltà.


LIQUIDITÀ E CREDITO
In lieve peggioramento la capacità delle imprese del terziario di mercato di Treviso di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario (congiuntura a 39 punti, previsione a fine anno a 38 punti).
Nel trimestre, cala di sei punti la percentuale di imprese che hanno richiesto credito: il 78% di queste ha visto accogliere interamente la propria domanda, il 6% non ha visto un accoglimento. Il 60% delle imprese ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, il 22% per effettuare investimenti e il 18% per ristrutturare un debito. L’elevata percentuale di imprese che ha chiesto credito per fare investimenti è un segnale estremamente positivo.


FOCUS ECOMMERCE E DIGITALE
Tre imprese del terziario su quattro utilizzano il proprio sito web per farsi pubblicità, un altro
10% lo utilizza per vendere. Il 54% delle imprese di Treviso utilizza i social network per farsi pubblicità e l’1,8% per vendere. Il 44,2% delle imprese non utilizza tale canale. Tra le imprese del terziario di Treviso che adottano i canali digitali, il 42% utilizza i market place e i siti aggregatori per farsi pubblicità e il 24% per vendere.
Le ragioni per il mancato utilizzo dei canali digitali risiedono principalmente nella scarsa fiducia rispetto all’efficacia di tali strumenti, secondariamente nella mancanza di risorse qualificate da dedicare allo sviluppo di tali canali.
Le imprese, in generale, cercano personale con competenze di materia di social media marketing, gestione piattaforme, magazzini, lingue straniere, logistica, progettazione SEO.


I COMMENTI


DANIA SARTORATO, PRESIDENTE PROVINCIALE UNIONE CONFCOMMERCIO
“L’indagine si divide in due parti: quella generale sugli scenari e quella particolare su e-commerce e competenze digitali. A livello generale, considerata la complessità del contesto, e le pesanti criticità, non stupisce la flessione del clima di fiducia anche se sul Natale è previsto un miglioramento.
I dati di questo trimestre ci fanno capire che il futuro sarà sempre meno prevedibile, stiamo facendo i conti con priorità inaspettate che cambiano rapidamente.
L’emergenza bollette era già annunciata: è scoppiata nell’estate ma le prime avvisaglie erano già del 2021. Anche in questo caso, come per l’emergenza pandemica, il terziario ha dimostrato di essere flessibile e resiliente, di sapersi adattare al contesto imposto, pur con pesanti sacrifici.
Si profilano, e si stanno già verificando come “strategie in essere”, nuovi comportamenti e nuovi approcci: cambi di orari, nuove abitudini, chiusure anticipate, nuove economie di scala, riduzione dei giorni lavorativi, chiusura di superfici inutilizzate.
È probabilmente questo cambio d’epoca tanto annunciato dai sociologi in pieno Covid? Quando dicevamo che è cambiato il mondo pensavamo a questo presente? Stiamo sicuramente dimostrando una enorme capacità di adattamento, sia che si chiamino restrizioni da Covid sia che si chiamino aumenti energetici o prezzi dei fornitori. La sollecitazione delle ondate che si sono susseguite è ampia.
Il clima di fiducia in costante calo logora, penalizza lo spirito di impresa ma, per contro, caratterizza molto velocemente le nuove sensibilità: orientamento alle reti, approccio green, filiera corta. Questo in linea generale, ora occorre un nuovo patto con la Politica perché le sfide all’orizzonte sono molte ed il rischio recessione è dietro l’angolo.
“Ci sono almeno tre proposte essenziali” - prosegue Dania Sartorato – “che rivolgo ai nei parlamentari, unendomi così ai colleghi del Veneto:
? un tetto massimo al prezzo che i fornitori potranno addebitare ai clienti nei prossimi mesi, con la differenza rispetto ai prezzi di mercato a carico dello Stato, o, in subordine, una proroga dei crediti d’imposta, nella misura del 30% per l’energia elettrica e 40% per il gas metano, anche nel mese di dicembre 2022 e in tutto il primo semestre 2023;
? un sostanziale aumento dei crediti d’imposta sulle spese energetiche del terzo trimestre 2022;
? una riforma del funzionamento della nostra borsa elettrica, che svincoli il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas”.


FRANCESCO PICCIN, CAPOAREA DI BANCA PREALPI SANBIAGIO
“Quest’ultimo report dell’Osservatorio Congiunturale dell’Unione Provinciale Confcommercio conferma il lento ma costante peggioramento delle condizioni economiche, a cui le imprese del terziario trevigiane stanno facendo fronte, a partire dagli enormi aumenti dei costi di energia e materie prime che si riversano sui prezzi praticati dai fornitori e sull’allungamento dei tempi di pagamento. È un fenomeno a cui stiamo assistendo, parlando ogni giorno con i clienti e le realtà del territorio, che solo in parte viene controbilanciato dalla tenuta della fiducia, che conferma il clima di grande incertezza, richiedendo una lettura attenta del contesto. L’andamento altalenante si riscontra anche per i ricavi, in calo nel trimestre, ma previsti in ripresa per fine anno, sulla spinta delle festività. Conforta molto, invece, il dato sulla tenuta occupazionale e le prospettive di ripresa per il prossimo trimestre. Al lieve peggioramento delle capacità delle imprese di far
fronte al proprio fabbisogno finanziario, si accompagna una diminuzione di sei punti della domanda di credito. Il sistema bancario continua però a fare la propria parte, poiché ben il 78% delle imprese ha visto accogliere interamente la propria domanda di credito. Un dato importante, soprattutto perché il 22% delle aziende ha fatto richiesta per effettuare investimenti. Vicinanza e ascolto sono le caratteristiche che contraddistinguono le Banche di Credito Cooperativo e che, in un contesto così complicato, sapranno fare la differenza, assieme al forte presidio locale, dialogando con la comunità per dare risposte concrete e fornendo il sostegno necessario”.


GUIDO POMINI, PRESIDENTE DI FEDERMODA
Come presidente del Gruppo Federmoda, unitamente ai colleghi di Fida, Federottica, Federpreziosi che hanno voluto questo focus – dichiara Guido Pomini – “il focus di questa indagine conferma il sentiment. Le imprese del terziario sono ancora troppo timide rispetto a questo modello di business e soprattutto rispetto alla tendenza del mercato. C’è bisogno di accompagnare la transizione digitale e di farsi accompagnare. Ogni imprenditore, per quanto piccolo sia, deve avere una formazione di base generale e deve farsi largo una cultura che preveda il “soggetto terzo”, adeguatamente formato e con le giuste competenze, in grado di sviluppare adeguatamente il business digitale ancor oggi sottoutilizzato dal commercio tradizionale. Per questi motivi, come Gruppi sindacali organizzati, all’interno del nostro Sistema, stiamo organizzando un corso ad hoc per offrire soluzioni mirate a problemi specifici.”


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